“La chimica ci veste” – Padiglione Montecatini

A. & P.G. Castiglioni

Descrizione

XLVI FIERA CAMPIONARIA DI MILANO

Protagonista è il visitatore

Il tema del padiglione, la chimica ci veste, non permetteva alcuna astrazione.
“Non lo permetteva – ci hanno detto, nel corso di una breve intervista, gli architetti Castiglioni – proprio perché il riferimento alla realtà era ed è continuo.
Per questo abbiamo a soluzioni architettoniche che mettessero il visitatore a proprio agio, facendogli subito comprendere ch’era lui, il protagonista della nostra “storia”, come del resto lo è della rivoluzione industriale: insomma che non era ospite ma era a casa sua.
In altre parole, la moltitudine di persone che in un giorno qualsiasi del periodo fieristico passa nei saloni che noi abbiamo ideato è la dimostrazione più eloquente, più tangibile, del contributo che l’industria chimica ha dato, dà e continuerò a dare al progresso della società.
Perché? Perché tutti sono vestiti di chimica, tutti hanno una camicia, o una cravatta, o un impermeabile, o una giacca la cui “nascita” deve farsi risalire ad una delle fibre nuove i cui marchi campeggiano quasi all’uscita del padiglione”.

Sulla divisione del tema in tre diversi settori, gli architetti Castiglioni hanno fornito questa spiegazione: “Non potevamo parlare del presente senza richiamarci al passato. Per l’industria, come del resto per qualsiasi altra attività, sono importanti le origini. Nel caso specifico, poi, tornare indietro acquistava un fascino particolare, perché il Cinquecento o il Seicento rappresentavano un raro esempio di frivolezza, di leziosità, attraverso cui ci sarebbe stato possibile dimostrare il salto – qualitativo e quantitativo – che ci ha portato al superamento di una certa condizione umana ed alla conquista di un vestito per tutti, elemento non secondario, né trascurabile, del progresso della società.

Dal passato al futuro

Perciò dopo lo spettacolo dei costumi d’epoca abbiamo subito aperto il discorso sull’industria chimica e sulle sue benemerenze: discorso d’obbligo, vorremmo dire, nel campo dell’abbigliamento. Infine, nella terza sala, abbiamo un po’ guardato verso il futuro, fornendo addirittura un dato numerico sui milioni di persone che nel Duemila ricorreranno alla chimica per vestirsi.
Fedeli all’assunto che la chimica diventa sempre più importante nella storia dell’umanità, crediamo di aver fornito, nel padiglione di quest’anno, la prova più concreta, già convincente, del suo incalzante progresso.”

Si potrebbe esemplificare questo discorso dicendo che il padiglione della Montecatini Edison offre quest’anno al visitatore tre diversi momenti dell’evoluzione della società: un mondo senza chimica, un mondo con la chimica, un mondo tutto chimica.
Estraneo al primo, che evoca fantasmi scomparsi, il pubblico si sente invece protagonista del presente e si proietta nel futuro, proprio come sostengono gli architetti Castiglioni.

Mi è parso importante che la gente potesse non scoprire, perché già lo conosce, ma ricostruire attraverso le immagini questo rapporto. Il mondo di oggi, infatti è dominato dalle immagini. In questo padiglione, esse hanno un ruolo che non voglio definire determinante, ma che certo aiuta a sviluppare, portandolo alle estreme conseguenze, il discorso sul ruolo della chimica nella società.
Nessun simbolo, quindi, ma solo una continua serie di richiami alla realtà, sia del presente che del futuro… perché, credetemi, il Duemila è già cominciato.”

Dettagli progetto

Progetto di: A. & P.G. Castiglioni

Azienda: Montecatini

Anno di realizzazione: 1968

Tipo di progetto: Allestimento