Esposizione GAVINA

A. & P.G. Castiglioni

Descrizione

Esposizione e stabilimento di Dino Gavina a San Lazzaro di Savena.

Dettagli progetto

Progetto di: A. & P.G. Castiglioni

Azienda: GAVINA

Anno di realizzazione: 1960

Tipo di progetto: Architettura e Allestimento

Fondazione Cirulli

La struttura originaria di Gavina e lo spazio espositivo sono oggi la sede della Fondazione Massimo e Sonia Cirulli.

 

Architettura Pier Giacomo Castiglioni Fondazione Cirulli

L'architettura

Sede di Fondazione Cirulli è un edificio simbolo dell’architettura moderna italiana, magistralmente progettato da Achille e Pier Giacomo Castiglioni nel 1960 per Dino Gavina ed è un luogo fortemente legato alla storia del design italiano.
Sito a San Lazzaro di Savena, a pochi chilometri da Bologna, l’edificio riflette un interesse per l’architettura rurale dei fienili e delle fattorie che ancora oggi segnano il paesaggio emiliano. Elementi come i pavimenti in pianelle di cotto, i ballatoi che si affacciano in falsopiano su ambienti sottostanti, le balaustre del mezzanino formate da sbarre a tubolare di ferro sorrette da catene regolabili caratterizzano gli ambienti dall’estetica minimale strutturati su piani diversi e comunicanti tra loro attraverso le scale a vista.
Un piccolo capolavoro di progettazione che nel corso degli anni si è trasformato in un luogo crocevia d’incontri che ha segnato la storia della cultura visiva e del design industriale del ‘900. Designer e artisti come Carlo e Tobia Scarpa, Marcel Breuer, Man Ray, Lucio Fontana e Sebastian Matta, tra gli altri, lo hanno reso un vero e proprio laboratorio creativo che viene restituito alla città.

L’intervento di recupero è stato curato da Elisabetta Terragni, StudioTerragni Architetti, Como, New York e Daniele Ledda, xycomm, Milano, nel pieno rispetto dello spazio così come ideato dai Castiglioni, mantenendo lo spirito “di uno spazio inventato con libertà e rigore”, come essi stessi scrivevano nell’articolo pubblicato nel numero 385 di Domus, ad edificio appena terminato.

Fonte: sito Fondazione Cirulli